sabato 9 aprile 2016

Treviglio (BG) - Beata Vergine delle Lacrime

Immaginetta donata da Tilde Bigatti
A 494 anni dal miracolo 

Un evento che, grazie alla fede dei cittadini e alla loro devozione alla Madonna, non ha mai perso importanza, anzi è cresciuto come dimostrano le iniziative religiose e civili che ogni anno vengono organizzati.
Treviglio ha da poco celebrato la tradizionale festa della Madonna delle lacrime. La festa del Miracolo, ricorda infatti il miracolo della lacrimazione dell'immagine della Madonna che il 28 febbraio 1522 convinse il generale francese Odetto di Foix, visconte di Lautrec, a non saccheggiare la città.
Un evento straordinario che il Comune decise di celebrare dichiarando l'ultimo giorno di febbraio (il 29 se l'anno è bisestile) festa cittadina.
L'immagine della Madonna con bambino, dipinta su una parete del monastero delle agostiniane, secondo la tradizione storica lacrimò di mattina. Da 494 anni, nel santuario della Beata Vergine delle lacrime, dove il dipinto è stato trasferito nel 1619, alle otto di mattina viene celebrata la Messa del Miracolo che vede la partecipazione di numerosi trevigliesi e non solo. La messa è preceduta dal canto della Salve Regina e dall'innalzamento del velo che poi viene fatto scendere sopra l'immagine della Madonna la domenica sera durante la cosiddetta Messa vespertina o della "velazione".

Il velo, posto sull'altare del santuario, viene coperto in attesa di essere reso nuovamente visibile nel corso della Messa del giorno seguente.

La festa della Madonna delle Lacrime è diventata anche l'occasione per il riconoscimento dei cittadini benemeriti. Vengono consegnati, ogni anno, i Premi Madonna delle Lacrime, la medaglia celebrativa del miracolo e i Premi San Martino d'Oro.


Il Santuario della Beata Vergine delle Lacrime fu fatto costruire da San Carlo Borromeo. Il tempio, progettato secondo gli stilemi architettonici dell’età Borromaica (ma poi ampliato agli inizi del Novecento da Cesare Nava), ospita dal 1619 la venerata immagine di Maria Santissima. Nei secoli pittori e scultori, lombardi e non, furono via via chiamati ad abbellire e ornare la sacra dimora mariana.

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